Il ricevimento di nozze io lo vedo così, come un bellissimo spettacolo teatrale. La sua perfetta riuscita sta nella capacità degli ambienti di raccontare una storia. Insomma, è uno di quei casi in cui la cornice è parte integrante del quadro e contribuisce alla sua bellezza.
Torniamo all’esempio del teatro.
Immaginiamo di guardare insieme una pièce a Broadway, magari “God of Carnage”. Si apre il sipario. Ecco davanti a noi la ricostruzione di un appartamento con tende morbide, stampe alle pareti, boiserie color crema, un tavolino da caffè con tazze fumanti sopra riviste di design, vista dal bovindo.
È già un sogno. Immediatamente l’ambientazione, se costruita con logica e rigore, trasporta chi guarda in un’atmosfera ben precisa, avvolgente, anzi meglio: coinvolgente.
Tutto dice: accomodati anche tu con noi, siediti e goditi lo spettacolo. Poi starà alla bravura degli attori, trascinare il pubblico emotivamente fino a farlo commuovere o divertire.
Ogni cosa intorno, dovrà essere perfetta, in armonia, pensata e cucita sui protagonisti che, in un matrimonio, sono gli sposi. Per questo oggi voglio parlarvi di quelli che Hollywood chiama backdrop.
Potremmo tradurre questa espressione con “sfondi”, ma nel mondo del wedding planner sono molto più che semplici fondali, sono istantanee in movimento cristallizzate in una cornice perfetta.
I backdrop possono trasformare un ricevimento di nozze in un momento da sogno (anche divertente). Vi spiegherò quelli che amo scegliere e consigliare e perché è importante che i backdrop esprimano il carattere degli sposi ma anche di chi organizza il loro “sì”.
I backdrop sono disseminati in tre luoghi (e momenti) diversi del ricevimento: al tableau de mariage, alla confettata e al photoboot.
Quelli che adoro sono quelli tridimensionali, che arredo come fossero delle vetrine o dei piccoli set. Prima di ogni cosa, ne scelgo l’impostazione visiva. Ma non mi piace basarmi su un tema, piuttosto su uno stile.
Lo ammetto, ho una passione speciale per il retro, ma fare una chiacchierata con gli sposi è sempre una bussola e quando escono fuori spunti inediti mi metto subito a studiare nuove soluzioni da declinare seguendo sempre il mio istinto.
Una volta definito lo stile, si passa alla progettazione. Come un architetto, disegno la mia idea di backdrop rispettando gli spazi e prevedendo magari mensole e consolle con cui arricchire il set.
La parola poi passa all’artigiano che, all’occasione, costruirà (nel vero senso della parola) l’allestimento rispettando le linee del mio progetto.
E adesso arriva la parte che preferisco: la scelta dei complementi. Come vi dicevo sono una ragazza vintage, adoro tutto ciò che è materiale di recupero come vecchi bauli, cornici shabby, e poi anche lampade stile Tiffany, bicchieri e bottiglie di cristallo, specchi anticati. Mi piace girare per mercatini, adocchiare elementi, anche insoliti, in linea con il mood scelto. I tessuti sono un altro elemento per me fondamentale.
Parto dal luogo delle nozze, dalla sua storia, dalla sua tradizione. In uno dei miei studi ho riscoperto il grande amore per la seta che infatti ho preferito per molti allestimenti e che si sposa benissimo con lo stile natural chic.
Parlando della visione del backdrop, un modello che mi fa letteralmente innamorare è il giardino verticale a parete: gli sposi al momento del photoboot si troveranno alle spalle una cascata di verde e fiori, magari arricchita di elementi shabby chic, origami in carta di riso, scelti personalmente pezzo dopo pezzo: l’ideale per lo scatto perfetto da conservare nell’album delle nozze.
Dicevo delle tre scene, così torniamo all’esempio del teatro di cui vi parlavo all’inizio. I set del tableau de mariage, del photoboot, e della confettata vengono allestiti in corso d’opera, proprio come i set a teatro tra un atto e l’altro.
Mentre il primo atto si consuma con gli ospiti che si lasciano conquistare dall’allestimento al tableau, concedendosi qualche scatto, intanto, da un’altra parte della sala, cominciano i preparativi per il photoboot e solo alla fine della confettata.
Avviene tutto in tempo reale.
Insomma si lavora proprio come su un palco. Spesso sono proprio gli sposi a chiedermi di usare il set della confettata anche per il taglio della torta, tanto sono rimasti conquistati dall’allestimento. E questo mi fa felice. Felice più di ogni altra cosa perché vuol dire che ho fatto bene il mio lavoro e ho regalato gioia a due persone che hanno avuto fiducia in me e nella mia arte. Cosa c’è di più bello? In fondo anche questo è amore.